Il primo frammento di verità

Mentre Roh era ancora voltato verso la finestra sentì un rumore di passi giungere dalle scale che conducevano alla stanza. L’uomo si girò di scatto, stringendo la spada a tal punto da far sbiancare le nocche delle dita e il suo sguardo si mosse fulmineo tra gli oggetti della stanza preparandosi ad affrontare un nuovo pericolo.
La porta, ancora chiusa, si aprì di colpo mentre Zofus si precipitava nella stanza guardandosi attorno disorientato.
– Cos’è successo qui?
Roh continuava a guardarsi attorno nervoso e senza voltarsi verso l‘amico, rispose:
– Hanno… tentato di uccidermi…
– Cosa? Qua a casa mia!? Chi oserebbe mai?
L’avventuriero diede un calcio all’arma che l’assassino aveva lasciato cadere quando era stato ferito, avvicinandola al mago.
– Non lo so, non sono nemmeno riuscito a vederlo in volto, di sicuro era un professionista. Quell’arma non ti dice nulla?
Zofus raccolse quello che sembrava essere un pugnale ricurvo, poi si avvicinò al tavolo in centro alla stanza.
– Siediti un attimo, sei troppo agitato.
– Per favore, sono appena sfuggito ad un tentativo di assassinio, non puoi dirmi di stare calmo!
Il mago fece un cenno verso la porta e verso le finestre che si chiusero da sole, poi vi impresse  rune luminose.
– Ora che la stanza è stata sigillata con la magia puoi star tranquillo, esistono poche persone in grado di superare qualcosa di simile… Ma piuttosto, se sono gli stessi assassini che stai cercando, come ti hanno trovato? Qualcuno ieri ti ha dato un oggetto, qualunque cosa con cui potessero rintracciarti?
– Non che io sappia… Sebbene lo reputi improbabile potrebbero avermi seguito. – disse Roh rinfoderando la spada e sedendosi, ma senza abbassare la guardia
– Forse, ma non credo sia così, la persona che ti ha aggredito è entrata direttamente dalle finistre di questa stanza, la magia di questa torre mi ha avvertito dell’irruzione, ma non ho fatto in tempo. O è un caso o sapevano dove eri e io al caso non ci credo.
– Quindi a che conclusione saresti giunto?
Il mago si alzò dalla sedia strofinandosi la barba – Potrebbe essere una teoria senza fondamento, ma resta fermo. – Roh seguì l’ordine mentre l’incantatore lo scrutava – Eccolo! Ora ti faccio vedere cosa li ha portati qua. – L’anziano prese il sacchetto che portava alla cintura e, estratto un pizzico di polvere dal suo interno lo lanciò sopra l’amico. Il pulviscolo, invece di precipitare direttamente sul suolo, rimase in parte sospeso attorno alla figura di Roh, illuminandosi, e lungo una scia, prima invisibile, che conduceva lontano dalla stanza. L’avventuriero scrutò un momento lo spettacolo, poi si accorse della inconfondibile somiglianza tra quel filo luminoso e quello che aveva visto durante la predizione del veggente nel quartiere degli alchimisti. Per un attimo il suo cuore si riempì di rabbia, come poteva essere stato così stupido? Strinse i pugni e fece del suo meglio per reprimere la sua furia, la vendetta avrebbe dovuto aspettare.
Zofus, che come al solito si compiaceva vantandosi delle sue conoscenze cominciò a raccontare – Vedi, questa è polvere di un cristallo particolare che assorbe la magia e la tramuta in luce, la scia che prima era invisibile è costituita da energia e lega il tuo corpo a un oggetto da qualche parte, inoltre …
– Per favore, non sono qua per una lezione di magia, possiamo rimuoverla o ingannarla in qualche modo?
– Con chi credi di star parlando? Sono io l’arcimago di questo regno!
– Be’, arcimago, no, quel titolo non lo possiede più nessuno da molti anni. – Disse Roh, sapendo che la cosa non era mai stata accettata dal suo amico.
– E va bene, ma resto comunque il mago con più esperienza che esista, in tempi passati mi sarebbe valso quel titolo.
L’incantatore si concentrò per un momento e un’aura talmente densa da emettere una luce argentata si formò attorno attorno a lui, poi l’energia accumulata si concentrò in un punto a pochi piedi di distanza, dando forma ad un guscio sferico che fluttuava nel vuoto. L’anziano, con la sua aura, diede poi forma ad una lama che avvolgeva la sua mano destra, mentre attorno a quella sinistra si formò un guanto. Con la lama recise il filo, mentre con il guanto lo manipolò, legandolo attorno al guscio che aveva prima creato.
– Bene, ora basta che questo costrutto vada in giro e si trascinerà anche il filo, con un po’ di fortuna li terrà occupati per diversi giorni.
Detto ciò diede l’ordine alla sfera di allontanarsi e pochi secondi dopo l’oggetto aveva lasciato la stanza attraversando la parete che dava verso l’esterno dell’edificio.
– E un altro problema è stato sistemato, bene. Hai ricevuto notizie dai tuoi contatti in giro per il regno? – chiese Roh sollevato.
– Sfortunatamente… sì. O meglio, fortunatamente, ma le notizie che porto non sono buone. Hai visto quel pugnale? – indicando l’arma caduta all’assassino – Arma interessante … Inizialmente usata dai briganti del sud venne poi migliorata nella composizione dell'acciaio e nel taglio ed infine modificata per adattarsi ai combattimenti ravvicinati, ora è il pugnale lungo preferito da assassini, ladri e …
L'altro infuriato lo interruppe sgarbatamente – Vieni al punto!
Zofus vedendo che l'amico si stava innervosendo riprese: – Potresti evitare di arrabbiarti con me? Non serve a nulla. Dunque quest'arma è spesso utilizzata dagli abitanti del Deserto, ad est della città ed ora, come volevo dirti, dall'oasi di Trek mi sono giunte voci preoccupanti. Nessuno è certo che ci siano Ombre coinvolte ora come ora, ma le attività degli assassini si stanno facendo sempre più frequenti, tanto da cominciare a reclutare persino alcuni dei membri delle tribù.
Roh, dispiaciuto di aver offeso il mago, non lo aveva più interrotto, poi, a bassa voce, come per farsi perdonare: – Grazie, sei sempre un buon amico.
– Non ti preoccupare, non mi offendi per così poco, ma dovresti trattenere la tua lingua o finirai nei guai una volta o l’altra. – poi ci ripensò e mestamente aggiunse – Come se non fosse già così.
In quel momento, proveniente da un altro angolo dalla casa sentirono una forte esplosione. Le spesse mura dell’antica magione non tremarono neanche ma i due, molto preoccupati, lasciarono di corsa la stanza cancellando le rune luminose che ancora permanevano sulle pareti e si diressero verso la fonte del rumore. Roh, molto più atletico dell’anziano, lo lasciò indietro e, percorse diverse rampe di scale, raggiunse un varco dal quale usciva un denso fumo scuro e un forte odore di bruciato. I suoi nervi ancora a fior di pelle gli fecero portare la mano all’elsa della sua arma, ma prima che potesse toccare la porta questa venne aperta dall’interno, riversando una nera cascata di nebbia sul pianerottolo e giù per le scalinate. Subito dopo una piccola e familiare figura si delineò in mezzo al fumo, mentre si faceva strada alla cieca.
Roh guardò l’amico ripetere una delle apparizioni che gli riusciva meglio mentre il mago li raggiungeva: – Fal, cosa ti è successo? Ci hai fatto preoccupare!
L’uomo rispose tra un colpo di tosse e il successivo – Un piccolo ... chough … esperimento, c’ero … chough … quasi arrivato! Poi … chough … qualche minuto fa tutto ha cominciato … chough … a sovraccaricarsi come se nelle vicinanze fosse stato usato un potente incantesimo … chough … e non sono più riuscito a stabilizzare la situazione.
L’avventuriero e l’incantatore si guardarono in volto ripensando a quello che era appena successo – Be’, sai, siamo in una città di maghi, quindi non è così improbabile …
Fal rimanendo impassibile e guardandolo in volto disse – Cosa mi state nascondendo?
– Oh … Nulla!
– Ho chiesto cosa stai nascondendo.
– Ma ti ho appena risposto.
– E io ti ho appena detto che non ti credo.
– Nulla che ti interessi, è pericoloso e non voglio che nessuno si faccia male, ti ringrazio per avermi seguito fin qui, ma non possiamo proseguire oltre assieme.
– Ma per favore! Non sono un bambino, so badare a me stesso!
– Per questo vorrei chiederti un favore. Torna a Torrefredda e tieni sott’occhio Vilia, temo per la sua vita.
– Aspetta, cosa? Mi stai dicendo che l’hai lasciata da sola in quel villaggio sperduto sapendo del pericolo?
– Non proprio, è più al sicuro di quanto pensi finché non lascerà il paese, ma se potessi fare questo per me sarebbe un grande favore.
Fal sospirò – Va bene, va bene, ma almeno dimmi da cosa dovrei guardarmi.
Roh era indeciso, ma sapeva anche che non poteva lasciarlo all’oscuro di tutto, quindi iniziò a raccontargli quello che sapeva, evitando accuratamente ogni dettaglio legato al Cavaliere e a quello che era successo sulla montagna.
L’alchimista era incredulo che in un periodo di pace come quello che stava attraversando il regno qualcosa di simile stesse avendo luogo, ma Roh non era qualcuno che era solito scherzare su questioni tanto importanti – Credo di non aver scelta, tu quando pensi di tornare?
Il soldato alzò le spalle – Dipende se riuscirò a contenere la situazione prima che degeneri, ad ogni modo il viaggio si prenderà il suo tempo, quindi numerose settimane, spero di tornare prima che giunga l’inverno, anche se ormai ne siamo alle porte.
Come aveva annunciato il rosso dell’orizzonte la giornata stava giungendo al termine e i tre si riunirono attorno allo stesso tavolo della sera prima per cenare, ma questa volta l’atmosfera era molto più cupa e nessuno aveva molta voglia di parlare. Quello che avevano scoperto li aveva turbati, portandoli a riflettere su ciò che sarebbe successo nel futuro più prossimo. I piatti avevano perso il loro sapore e gli aromi erano diventati meno invitanti, così l’intero pasto durò una mezz’ora, dopo di che tutti si congedarono diretti verso le loro stanze.
Il mattino successivo si svegliarono prima dell’alba per lasciare la città quando ancora la gente non popova le strade. Usciti sulla piazza Fal, dopo un breve saluto, si allontanò mentre Roh venne trattenuto dal mago.
– Vista la pericolosità della situazione e le abilità dei nostri avversari, prendi questa collana, è un oggetto protettivo, so che non ami la magia, ma ti aiuterà contro gli effetti degli incantesimi. Non è uno scudo impenetrabile, per cui fa comunque attenzione.
– Be’, che dire, non posso far altro che ringraziarti.
– Ma per favore, il fato di questo regno è sulle tue spalle, che tu riesca o fallisca nell’impresa ti saremo comunque riconoscenti. Le guardie non ti aiuteranno senza prove e quelle corrotte potrebbero persino comunicarlo agli assassini, limitati a parlarne con i tuoi amici, io tenterò di essere ricevuto dal re il più presto possibile, ma per il momento sarai da solo.
Mentre ancora parlavano due persone vestite di bianco e con una maschera in volto si avvicinarono. Roh si mise subito sulla difensiva, facendo scivolare la sua mano sul pugnale nascosto sotto al mantello.

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