Gli esorcisti

Attraverso i candidi abiti non si riusciva a definire nulla del loro aspetto, eccetto la statura, uno era imponente, superava probabilmente i due metri, e faceva apparire anche Roh piccolo in confronto, l’altro raggiungeva soltanto la spalla del compagno. Si fermarono a diversi metri da loro, si guardarono un attimo e poi il più alto dei due fece un passo avanti. – Stiamo cercando Roh, Roh di Torrefredda. Il soldato strinse i denti, ma Zofus gli pose una mano sulla spalla e si avvicinò all’individuo vestito di bianco. – Piacere, il mio nome è Zofus, ma forse lo sapete già… Chi vi manda? – Una donna, chiamata l’Oracolo di Alsaa. Se quell’uomo alle vostre spalle è colui che sto cercando, sa a chi mi riferisco. Il mago si voltò verso l’amico con fare interrogativo. Roh ci mise un momento a capire chi fosse quella persona, ma non si aspettava avesse con sé un compagno: – Sì, sono io, sei tu colui che vuole far luce sugli eventi nella città di Ab? E chi è la persona che viaggia con te? Non mi aspettavo nessun altro. I due si guardarono e tolsero le maschere, abbassando anche il cappuccio che nascondeva completamente la loro testa. L’individuo più alto era un uomo sulla trentina, il suo volto lungo e sottile dimostrava che non aveva vissuto una vita di agi e i suoi grigi e severi occhi trasmettevano un senso di serietà tipico di pochi. Corti capelli scuri e dei baffi completavano quello che, alla luce dei globi luminosi che ancora sostituivano l’illuminazione naturale, sembrava essere un ritratto. L’altra persona era completamente diversa, era una donna più o meno della stessa età, ma i suoi capelli dorati, i suoi occhi color dell’ambra e un ampio sorriso contrastavano con l’immagine dell’uomo. I suoi tratti erano comunque marcati dalla fatica e dall’esperienza e nulla lasciava pensare che fosse meno pericolosa del suo compagno. – In questi giorni il nostro abbigliamento può sembrare insolito, ma una volta era ben conosciuto così come lo erano gli esorcisti. Generazioni passate a raffinare incantesimi e tecniche per combattere esseri estranei a questo mondo ... ma siamo stati dimenticati. Mi presento, io sono Olsir e lei … – Ahil, questo è il mio nome e per rispondere propriamente alla tua domanda, invece di divagare, siamo in due perché come il nostro ordine impone gli esorcisti devono viaggiare in coppia, in modo da potersi aiutare a vicenda. – lo interruppe la donna. Roh rimase un momento incredulo, credeva che l’ordine fosse scomparso molti anni prima, ma a quanto pare si sbagliava, a meno che non fosse nuovamente una messa in scena come la predizione. Guardò con fare interrogativo il mago per conoscerne il suo parere e cercò di prendere tempo. – Perché state indagando su questa vicenda? – Mi pare chiaro che se dietro a questi eventi si cela un evocatore di creature proibite è nostra priorità fermarlo. – disse la donna con un tono amaro, come se portasse rimorso verso quell’individuo – A questo punto però non mi sembra tempo di indugiare, se anche tu hai intenzione di far luce su quello che sta accadendo puoi venire con noi, diversamente le nostre strade si separano qui. Zofus decise che aveva una sola opportunità di scoprire se erano davvero appartenenti all’ordine, in tal caso avrebbero portato un simbolo che solo i veri membri potevano avere – Potete mostrarmi le vostre ‘Anime’? – Come osi dubitare della nostra parola? – intervenne Ahil con fare scontroso – Per favore, sii meno aggressiva. – cercò di mediare Olsir – Scusateci, ma mostrare quel simbolo è come metterci a nudo davanti a degli sconosciuti, per quale ragione lo volete vedere? Roh, anche se non conosceva le ragioni dell’amico, decise che non aveva nulla da perdere svelando il proprio motivo – Mi scuso anche io per l’impertinenza della domanda che vi abbiamo posto, ma non lo avremmo fatto se le stesse persone sulle quali sto indagando non avessero attentato alla mia vita poche ore fa. – Comprendo la tua cautela allora… Per favore, accettate di osservare solo la mia, così da escludere quello che più temete. – L’uomo tirò fuori da sotto gli abiti una medaglia di colore argentato e la mostrò ai due compagni. Zofus, senza smentirsi cercò di spiegare a Roh la funzione di quel gioiello: – Un oggetto davvero peculiare, non è vero? Si dice che fosse un dono divino in grado di rappresentare l’anima del portatore. Più lo spirito è contorto più l’aspetto di questa creazione sarà ritorto – e solo allora diede un’occhiata alla medaglia che l’uomo gli stava mostrando, esso aveva la forma di una fiamma che saliva verso l’alto e, come incastonato nell’argento immacolato, vi era una gemma dalla lucentezza senza eguali tra le pietre comuni – Ne ho viste molte di ‘Anime’... Ma quella … Come puoi avere un oggetto simile? Ardi davvero di passione per quello che fai da non essere mosso da altre emozioni? – Scusa, ma a questa domanda non vorrei rispondere. – disse Olsir riponendo la collana – Se abbiamo finito noi dovremmo andare, hai deciso cosa fare, Roh? L’avventuriero sospirò – Verrò con voi, mi avete convinto, ma sappiate che correrete dei rischi a seguirmi. – Per chi ci hai presi? Facciamo spesso fronte a minacce ben più gravi! Il commento della donna infastidì Roh, ma decise che non era il momento di discuterne e concluse il discorso. Si voltò verso il mago e dopo una rapida stretta di mano si congedò. Quasi come un rito gli esorcisti nascosero nuovamente il loro volto dietro alla maschera e salutarono il supervisore della magia prima di incamminarsi. Il sole non era ancora sorto, ma l’alba era vicina quando finalmente raggiunsero le porte della città. Le guardie di ronda erano stanche per il lavoro notturno e salutarono il trio con un semplice gesto senza nemmeno porsi domande sulle due persone mascherate. La mattina trascorse rapidamente. I tre camminarono a lungo in silenzio, incontrando soltanto occasionali mercanti e viaggiatori che si dirigevano verso Rasnot. Nel primo pomeriggio si aggregarono ad una carovana e procedettero rapidamente fino a sera lungo una delle principali vie commerciali che collegava la città della magia a quelle più occidentali del regno. La loro meta intermedia era una grande e ricca città commerciale chiamata Bensilwe che era legata alle genti del deserto da un florido commercio. Per la notte il gruppo si fermò in una delle molte locande che si trovavano sulle vie mercantili per agevolare i lunghi viaggi e renderli più confortevoli. Roh era preoccupato che qualcuno associato alla gilda degli assassini potesse riconoscerlo, ma decise che poteva correre il rischio se questo gli avesse permesso di riposare e quindi di viaggiare più rapidamente. Il giorno successivo fu simile al precedente e la sera raggiunsero una nuova locanda, ma questa volta il gruppo ricevette molte più attenzioni da alcuni dei presenti, attenzioni che cominciarono a far innervosire Roh. – Sentite, che ne dite se lasciamo il locale e ne cerchiamo un altro o ci accampiamo per la notte? – Cosa c’è hai paura degli ubriaconi? – lo schernì subito la donna. – Ridi pure, ma in questo posto la tensione si sta facendo palpabile. Olsir si guardò a lungo attorno senza dire una parola – Temo che tu abbia ragione, ma aspettiamo un momento prima di allontanarci da qua… Quindi è questa la portata dell’organizzazione contro cui ci stiamo mettendo? Nell’arco di un paio di giorni sono stati in grado di allertare persone anche lontane da Rasnot? Soprattutto come fanno tutti a sapere del tuo aspetto? Forse non ne sono sicuri e stanno aspettando qualche segno, per esempio un tuo tentativo di fuga? – Non lo so, ma non vorrei aspettare la risposta. – rispose l’avventuriero scuotendo la testa e cercando di comportarsi nella maniera più normale possibile per evitare di dare nell’occhio. Il tempo passava ma il peso di tutti gli sguardi puntati sulle loro spalle cominciava a farsi pesante e l’ambiente sembrava una polveriera pronta ad esplodere, tanto che numerosi clienti iniziarono a lasciare la sala alla volta delle stanze o delle stalle. – Temo di aver ragione e che queste persone non siano ben intenzionate. – Va bene, hai vinto tu, lasciamo questo posto. – ammise Ahil. Dopo aver pagato la loro consumazione uscirono dalla taverna e rapidamente si diressero verso le stalle per cercare dei cavalli freschi, anche se questo li avrebbe maggiormente esposti dal momento che pochi potevano permettersi quel lusso. Non erano ancora arrivati alle scuderie che una persona appena uscita dalla locanda intimò loro di fermarsi e in pochi secondi una decina di uomini si parò loro di fronte. L’esorcista si mise davanti a Roh – Per favore lasciateci andare, qualunque cosa vogliate, non credo che valga uno scontro. L’uomo più grosso del gruppo appena uscito dalla taverna, anche se di statura notevolmente di più bassa di Olsir, intervenne – Nemmeno noi vogliamo combattere, semplicemente arrendetevi tutti e tre e siamo a posto così, non sapete che c’è una bella taglia sulla vostra testa? Roh intravide nel gruppo una persona che portava una divisa da soldato del regno e lo indicò – Almeno tu, dovresti essere dalla parte della giustizia, no? Quello tentennò un momento – Questo è vero, ma dei soldi in più non hanno mai guastato. Ahil fece un lungo sospiro e fece un passo avanti a sua volta, il suo compagno cercò di fermarla ma il tentativo fu vano – Sentite non abbiamo né tempo per discutere né tempo per combattere, o vi togliete di mezzo o vi costringerò io! L’uomo che aveva parlato per primo intervenne nuovamente avvicinandosi ulteriormente ai tre – E come vorresti fare bella fanciulla mascherata? La ragazza molto più rapidamente di quanto l’interlocutore si sarebbe aspettato estrasse una lama. Per sua fortuna invece di attaccare con la lama Ahil utilizzò il pomello dell’impugnatura per sferrargli due rapidi colpi in successione che gli tolsero il respiro e lo fecero crollare a terra privo di sensi. Tra gli aggressori cominciò a levarsi un mormorio e solo quattro persone, che dall’aspetto sembravano mercenari con una buona dose di esperienza, rimasero sul posto, gli altri invece tornarono all’interno dell’edificio senza aggiungere altro. Mentre i tre osservavano i mercenari estrarre le armi, udirono alle loro spalle il suono di una balestra.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il veggente

L'attesa