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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

Il quartiere degli alchimisti

Giunse infine nella stanza che reputava la più strana della casa, ovunque c'erano scrittoi, fogli di carta scarabocchiati e ampolle con le più variopinte sostanze. Questa volta però non ci fece caso, ai suoi occhi erano inutili suppellettili. Sentendolo entrare il mago si voltò. – Oh, caro amico! Come stai? – Non troppo male, per ora almeno – e sapendo che il mago tendeva a dilungarsi troppo in chiacchiere inutili lo interruppe subito, più bruscamente di quanto in verità avrebbe voluto – Non sono qua per questo, mi serve il tuo aiuto. Zofus corrucciò la fronte, sembrava preoccupato, Roh non chiedeva mai aiuto se non era indispensabile. Si raddrizzò e sospirò – Dimmi cosa c'è che non va, ti aiuterò come posso. – Ed ecco che arriviamo al problema: cosa c'è che non va? Devi sapere che sono stato incaricato dal Cavaliere di investigare su qualcosa che sta minacciando queste terre e mi è anche stato detto che una gilda di assassini vuole la vita della ragazza che osp

In viaggio verso sud

Le si avvicinò, sovrappensiero, cercando di non svegliarla. Il suo volto era molto bello, le orecchie leggermente a punta le davano un aspetto fatato, tipico dei pochi elfi rimasti in quelle terre. Probabilmente molti l’avrebbero considerata un abominio, per metà di razza elfica e metà umana. Ma lui no, da quando l'aveva conosciuta aveva sempre provato un profondo affetto verso quella fragile creatura. Decise che non era opportuno sostare oltre, forse era anche meglio che non si facesse vedere da lei. Tutti i suoi propositi furono vani, infatti la ragazza si mosse e lentamente riaprì gli occhi. Visto l’amico si alzò rapidamente tentando di rimettere in ordine i suoi lunghi capelli neri, gli sorrise e lo salutò con una voce ancora assonnata. – Ciao Roh! ... Ehm ... Scusami ma sono impresentabile in questo momento! Non ti aspettavo di ritorno così presto! Non volevi scalare la montagna? Lui sorrise di rimando, rimanendo immobile a guardarla mentre cercava ora di sistemare l

Il Cavaliere

Il Cavaliere era inquieto, sentiva che qualcosa era cambiato. Qualcosa di grave minacciava l'equilibrio del mondo. Non sapeva cosa fosse, era qualcosa, qualcuno, un pericolo che non si era ancora formato, era nel suo stadio iniziale, ma sapeva che presto si sarebbe rivelato. Qualcuno doveva intervenire, lui non poteva, non aveva mai potuto intervenire in questioni simili e anche questa volta avrebbe dovuto delegare ad altri. Molte persone avevano deciso di seguirlo e una di queste forse sarebbe stata adatta all’incarico. Il viaggiatore proseguiva con passo svelto attraverso la neve. Sapeva dove si trovava, i monti del Kesh, ma non sapeva dove era diretto: quei monti sembravano essere invalicabili! Stringendosi nei suoi pesanti abiti malediceva il tempo, che era stato inclemente durante quei lunghi giorni di viaggio. Era sempre stato in grado di cavarsela in qualunque situazione, ma questa stava cominciando a sopraffarlo, eppure non voleva cedere. Un’improvvisa folata di vento