L'Oracolo di Alsaa

Melea batté sul pavimento il suo bastone diverse volte e due persone che fino a quel momento Roh non aveva nemmeno scorto si fecero avanti. – Cosa comanda? – fece uno dei due – Questo è un incontro con un mio fidato cliente ed amico, vorrei che la conversazione fosse privata. – rispose l’anziana – Come desidera. – Detto questo, silenziosamente come erano comparsi, i due individui si allontanarono. Melea allora si alzò e uscì dalla stanza, ma non fece comunque aspettare il suo cliente e dalla sala accanto cominciò a domandargli. – Allora, spiegami, cosa ti turba tanto da venire fin qua? – Parecchie cose … Davvero molte. Da cosa dovrei partire? In breve, qualcosa di molto pericoloso sta per accadere. Assassini, forse altro. Non lo so con precisione perché sto ancora indagando sulle informazioni in mio possesso, ma temo avrà ripercussioni enormi. Speravo potessi darmi una mano a capire da dove potrei cominciare. – Oh, non ti facevo un difensore della giustizia, non da quando ti ho conosciuto. Temi che finiscano di toccare qualcosa a cui tieni? Qualche amico? Qualche posto? Forse non dovrei chiedertelo, però voglio capire fino a dove sei intenzionato a spingerti. – Temo per la vita di una persona, mi hanno detto che sarà in pericolo se non farò nulla. – E tu ti fidi di quella voce? – Gli ho già affidato la mia vita più volte e non mi ha mai tradito, inoltre mi ha soccorso quando ne avevo bisogno e nessun altro poteva aiutarmi. Lascerei nelle sue mani persino la mia anima se me lo chiedesse. – Allora non credo di poterti dissuadere. Sappi solo che stai seguendo una strada pericolosa, una che forse nemmeno tu puoi percorrere.
Roh si impensierì. I giudizi dell’oracolo di Alsaa erano precisi come pochi e se lei credeva che sarebbe stata ardua non c’era dubbio che si era recato dalla persona giusta. Melea tornò a sedersi accanto all’uomo portando con sé un servizio da tè che dispose tra loro due prima di riprendere il discorso.
– Non molto lontano da qua sorge Bensilwe ricca città che sta perdendo il suo fascino a causa dei continui attacchi dei briganti nei territori circostanti. La situazione è iniziata poco prima della morte dell’ultimo governatore, quando una grossa carestia devastò quelle terre. Lo stesso anno l’inquisizione abolì un culto nato attorno ad una divinità che richiedeva sacrifici di sangue e nello stesso periodo venne emanato un ordine di arresto nei confronti di un evocatore che sembrava essersi specializzato nel convocare creature proibite. Per quanto grandi siano stati gli sforzi fatti per la sua cattura è stato tutto vano. È sempre riuscito ad eludere gli inseguitori, o è fuggito o è riuscito a sopraffarli. Ogni volta che lo si affrontava sembrava poter disporre di risorse sempre maggiori, a tal punto che molti abbandonarono la ricerca, consapevoli di non poterlo sconfiggere. Ad un certo punto però è scomparso e nessuno ha idea di dove sia finito. Recentemente, un gruppo di assassini si sta facendo un nome nell’ovest. Nel Das, nella metropoli di Ab, sono stati colpiti alcuni dei nobili governatori della città. Le guardie e diversi investigatori indipendenti si sono mossi, ma non so se siano ancora in tempo per fermarli. Adesso mi resta da spiegare per quale motivo ho introdotto l’evocatore all’inizio della storia. Non è una versione condivisa da molti, ma io sostengo che per mirare così in alto una gilda di assassini debba avere qualche scopo …
La donna senza alcuna apparente ragione prese la teiera che fino a quel momento non era ancora stata toccata, versò del tè nella sua tazza e poi fece lo stesso in quella di Roh, che però si aprì in due rovesciando il contenuto nel vassoio sul quale era appoggiata – Vedi, l’idea che stiano cercando di ottenere influenza sulla politica sembra una normale tazza di tè, ma non appena cominci a riempirla con i tuoi ragionamenti si sfalda… Perché avrebbero bisogno di una posizione simile? Per denaro? Forse, ma ad una gilda simile i soldi di sicuro non mancano. Clienti? Potrei ripetere la stessa cosa. Vogliono ottenere il favore di un nuovo governo? Potrebbe anche essere, ma nessuno li sosterrebbe pubblicamente o il sovrano, anche se non dispone di un grande potere ad Ab, rimuoverebbe da qualsiasi carica una persona simile e nemmeno i Saggi delle tribù del deserto di Das sosterrebbero una scelta simile. Quello che ritengo io è che stiano cercando qualcosa all’interno della città, un potere ben superiore a quello politico. Inoltre, qualcuno sostiene di aver visto delle Ombre, creature proibite, come quelle evocate dal ricercato, e questo mi fa pensare che ci sia lui dietro agli ultimi eventi. Lascia che ti metta in guardia, se il fato vuole che tu incontri una di quelle Ombre, esseri che sembrano fatti di denso fumo nero, per favore, non affrontarla, ma fuggi, si dice che lancino una terribile maledizione su chiunque le sconfigga. In città, in questi giorni vi è una persona che vorrebbe far luce sugli stessi eventi dei quali ti sto parlando, se accetti di essere accompagnato credo di poterlo convincere a proseguire con te. Sarebbe utile ad entrambi e vi garantirebbe maggiore sicurezza. Il guerriero, frastornato dalla quantità di informazioni ricevute rimase in silenzio per qualche minuto cercando di metabolizzarne il significato. Aveva già sentito parlare di creature proibite e ombre in particolare, ma per quanto gli fosse noto, nessuno di quegli esseri poteva manifestarsi nella realtà, nemmeno con l’aiuto di un evocatore, se quelle voci erano quindi vere, il pericolo era ben oltre qualunque sua stima e la vita di Vilia era in grande pericolo. Forse avrebbe potuto fare qualcosa prima che la situazione gli sfuggisse di mano, ma doveva sapere dal supervisore della magia se la minaccia era limitata alle terre dell’ovest. Decise comunque di non condividere questo suo turbamento con Melea. – Mi dai davvero delle pessime notizie, credo che qualunque aiuto sarà ben accetto. Se riesci a contattarlo in breve tempo per favore digli di recarsi presso la residenza di Zofus. L’anziana portò una nuova tazza per il suo ospite e continuarono a discutere del più e del meno, lasciando cadere in secondo piano il reale motivo per il quale Roh si trovava lì. Dopo un paio d’ore l’uomo si congedò e tornò a vagare per le strade del quartiere. Alzò gli occhi verso il sole e si rese conto che il pomeriggio era ormai trascorso a metà, ma lui aveva raccolto tutte le informazioni che gli potevano essere utili. Non si sarebbe mai aspettato di ottenere così rapidamente un resoconto preciso degli eventi degli ultimi anni, questa volta l’Oracolo si era davvero superata. Doveva di sicuro ammettere che le spie reali erano composte di persone valide e selezionate accuratamente. A dire il vero conosceva soltanto due persone appartenenti all’ordine: Melea e Azfal, un cavaliere che era ormai entrato nelle leggende per le sue abilità in combattimento, anche se non bisognava sottovalutare le sue abilità analitiche. L’avventuriero decise che era ora di prendersi un po’ di tempo libero, da quando aveva lasciato Torrefredda in direzione delle montagne non era più riuscito a rilassarsi o praticare alcuna delle tante attività con cui usava intrattenersi. Passò il resto della giornata passeggiando per le vie della città e visitando le locande di cui conosceva gli osti e giocando a carte o dadi con gli altri clienti. Se qualcuno lo seguiva dare l’idea che non avesse nulla d’importante da fare poteva essere una buona strategia. Il tempo trascorse veloce e il sole cominciò a tramontare, ora le bancarelle per le vie erano vuote e i pochi mercanti che ancora rimanevano stavano ritirando le ultime mercanzie. Il cielo era tinto di cremisi quando una moltitudine di sfere di luce galleggianti invasero le vie. I globi arrivavano tutti dalla piazza principale e costituivano il sistema di illuminazione notturno ideato secoli addietro, che rendeva più semplice orientarsi in qualunque ora della giornata e favoriva la ronda notturna delle guardie. Roh doveva ancora incontrare il suo compagno Fal, ma sapeva che l'avrebbe trovato nei pressi delle mura, in un’osteria del quartiere degli alchimisti: Il Carro Impennato. Entrato si diresse al bancone e ordinò da bere: dove era Fal? Ci impiegò qualche minuto per notarlo in mezzo a una folla di avventori, gli si avvicinò facendosi strada tra la gente: era seduto a un tavolo di fronte a uno sconosciuto e in mezzo a loro vi erano già otto boccali vuoti e altri due ricolmi di birra li avevano in mano. Roh si coprì gli occhi con una mano: una gara di bevute? Ma dove gli era saltata per la mente una cosa simile? Doveva fermarlo, dovevano tornare a casa e subito! Nel flusso dei suoi pensieri non si era accorto che anche l'ultimo boccale era stato svuotato, allora si avvicinò e, un po' bruscamente, gli appoggiò una mano sulla spalla. – Fal, vieni, siamo in ritardo. L'uomo si voltò con gli occhi lucidi per l'alcool – Andare dove? … Non … Non dovevamo … Rimanere? – Non ti preoccupare, ti spiego cammin facendo. – Arrivo subito … Tanto … Questo non … Non regge! - concluse con una risatina. Non ebbe il tempo di finire la frase che lo sfidante si accasciò sul tavolo, quindi Fal si alzò, prendendo un sacchetto di monete e un sacchetto contenente altro, poi con passo incerto si diresse verso l'uscita in mezzo agli applausi, – Grazie … a tutti! E … Per le … Birre … Sul suo conto! Ahahah! Usciti dal locale Roh lo guidò per le vie della città, ancora luminose, grazie ai globi, anche se il sole era tramontato. Dopo pochi minuti Fal sembrava già sentirsi meglio. – Credo che tu mi debba delle spiegazioni – disse con uno sguardo più vigile e vivace di prima. – Oh, be', per ora ti dico che andiamo a casa del supervisore della magia … Ma credo che sia tu a dovermi delle spiegazioni! – Oh, suvvia, che vuoi che sia. Nulla di che, mi servivano delle componenti che quel tizio aveva e non mi voleva dare, allora lo ho sfidato ad una gara di bevute. – Tu? Ma se non riesci nemmeno a stare in piedi dopo mezzo bicchiere di vino! – Certo, ma sono anche un alchimista! - disse mostrando uno smagliante sorriso. – Ah, hai barato, eh? - e ricambiò con una sonora risata.

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